LA DEPRESSIONE: IL DISTURBO PSICOLOGICO PIU’ COMUNE

Dobbiamo innanzitutto tenere presente la differenza tra depressione e dolore, si tratta di due stati d’animo molto vicini ma “il dolore” si manifesta in risposta ad una perdita obiettiva ed esterna, quale la morte di una persona cara, la caduta di un ideale, l’insuccesso nel lavoro e così via.

La sofferenza e la tristezza suscitate dalle avversità della vita non hanno una valenza patologica, così come è normale che tali sentimenti scompaiano gradualmente in un tempo ragionevole.

Si entra invece, nella patologia quando questo stato di dolore diventa troppo prolungato nel tempo e sproporzionato rispetto all’avvenimento che presumibilmente lo ha scatenato, impedendo alla persona di svolgere una vita soddisfacente.

La personalità depressa è caratterizzata da un certo numero di tratti che, a seconda dell’intensità con cui si manifestano, possono dare una semplice coloritura o predisposizione depressiva oppure una vera e propria “Nevrosi”.

Il primo di questi tratti caratteriali  comprende: la malinconia, un umore costantemente basso, la chiusura in sé stessi, la mancanza di autostima. Si notano inoltre, una forte tendenza al rifiuto, all’abbandono e alle delusioni che derivano, da un altrettanto forte bisogno di dipendenza. Altre caratteristiche sono la tendenza alla noia, mancanza di entusiasmo e di iniziativa, la preoccupazione per qualsiasi cosa.

Il secondo gruppo di tratti sono: la compiacenza, l’eccessiva disponibilità, l’ossequiosità, atteggiamenti che servono a conquistare il favore dell’altro e a dimostrarsi non ostili né aggressivi. Infine, ci sono i tratti “tipicamente ossessivi”: la meticolosità, il perfezionismo, la rigidità. La personalità depressa ha modelli di ispirazione personali molto elevati e di conseguenza è molto severa verso sé stesso per qualsiasi errore e fallimento.

I sintomi organici più frequenti nel quadro depressivo sono: la stitichezza, le difficoltà respiratorie, l’astenia, l’inappetenza, la diminuzione dell’interesse e dell’attività sessuale, varie forme di cefalea, un senso di stanchezza e di affaticamento. Non possiamo dimenticare poi, il sintomo più frequente, resistente ai farmaci e indicativo di una certa gravità del disturbo che è il sonno disturbato, spesso con un risveglio precoce e con difficoltà a riaddormentarsi.

Da un punto di vista psicologico la vita del depresso è caratterizzata da una serie di paradossi: c’è sempre un forte contrasto tra la realtà e il giudizio della persona,

ad esempio un lavoratore capace può avere la convinzione di non essere all’altezza della fiducia degli altri.

Nonostante la sofferenza che tutto ciò provoca, la persona non si lascia convincere dall’evidenza dei fatti e dalla dimostrazione dell’irrazionalità delle proprie idee.

Indubbiamente all’origine della depressione c’è uno stato di frustrazione, un senso di fallimento personale, un vissuto di perdita dell’amore e un sentimento di odio non riconosciuto.

Spesso, se ci sono, le cause oggettive dell’insoddisfazione vengono ignorate dalla persona che  attribuisce la colpa a sé stessa, alla propria convinzione di incapacità a far fronte ai compiti della vita. Uno dei pericoli corsi quando si versa in uno stato depressivo è di adagiarsi in questa situazione, senza cercare un aiuto adeguato ma facendo solo appello alle proprie risorse o al trascorrere del tempo.